Fattoria Vittadini
DIA_fantasie ritmiche
Condividi /
Credits
Maria Focaraccio
Maria Focaraccio
CanGo cantieri
Fattoria Vittadini
Edizione 2022/2023
Una performance multidisciplinare
Lo spettacolo è una performance multidisciplinare sul tema del dialogo e della natura della relazione.
Partendo dall’etimologia della parola dialogo (dal greco dia, che significa in mezzo a/ fra, e logos che significa, nella sua accezione più ampia, ragione/significato/parola) si intende creare una scrittura coreografica sulla relazione in continuo divenire tra due corpi.
Attraverso una serie di quadri, le due danzatrici ed il compositore sviluppano “fantasie ritmiche” che traducono gestualmente e musicalmente alcuni dei dialoghi delle “Operette Morali” di Giacomo Leopardi: “Dialogo di Ercole e di Atlante”, “Dialogo della Moda e della Morte”, “Dialogo della Terra e della Luna”, “Dialogo di un Folletto e di uno Gnomo”.
Attraverso l’opera di Leopardi, che propone profonde riflessioni sul rapporto dell’uomo con la natura e con la storia, attraverso l’uso di un linguaggio colloquiale ed ironico, le artiste si interrogano sul valore, al giorno d’oggi, di elaborare visivamente e d’interpretare coreograficamente le tematiche presenti nei suoi testi. Si pone l’accento sul gesto come segno visivo, dotato di una propria musicalità e significato, per creare un universo dove l’astratto diventa concreto, rivelando un paesaggio composto da orbitanti costellazioni di movimenti, suoni e dinamiche che trasportano in un ipnotico vortice di conversazioni.
Tramite un sistema di microfoni a contatto, manipolati live dal musicista, semplici sgabelli diventano casse percussive e di risonanza per i movimenti eseguiti.
Il rapporto di relazione/dipendenza corpo-suono diventa il punto d’incontro tra le due performer che, nella loro continua ricerca di comunicazione, diventano quindi generatrici dis uoni, rumori ed eco, rendendo tangibili i segni che esse disegnano facendo vibrare e riverberare lo spazio attorno a loro. Il linguaggio coreografico intesse così forme dialogiche dalle diverse sfumature espressive che celebrano in ultima istanza la natura dell’essere umano.
[…]Moda. Io sono la Moda, tua sorella.
Morte. Mia sorella?
Moda. Sì: non ti ricordi che tutte e due siamo nate dalla Caducità?
Morte. Che m’ho a ricordare io che sono nemica capitale della memoria.
Moda. Ma io me ne ricordo bene; e so che l’una e l’altra tiriamo parimente a disfare e a rimutare di continuo le cose di quaggiù, benché tu vadi a questo effetto per una strada e io per un’altra.[…]
(Giacomo Leopardi, Operette Morali, Dialogo della Moda e della Morte)